Il Natale dei miracoli

Natale è tempo di buoni propositi. Come ognuno di noi utilizza questo tempo per prepararsI all’Evento? I buoni propositi sono diventati realtà o rimasti tali? Questo tempo è propizio per scavare nelle nostre coscienze e ritrovare sogni e segni di una nuova fraternità.

L’attesa è finita, il tempo è compiuto e il Divino Bambino viene – ancora una volta – sulla terra e si fa carne di uomo!

Mi chiedo come ognuno di noi abbia utilizzato questo tempo per prepararsI all’evento, se i buoni propositi sono diventati realtà o rimasti tali, se sia stato tempo propizio per scavare nelle nostre coscienze e ritrovare  sogni di una nuova fraternità.

La liturgia del NATALE ci parla di grande gioia, di lieti annunci, di messaggeri che annunciano la pace nonostante il nostro sia un tempo guerriero: la Terra Santa è insanguinata dalla guerra e migliaia di bimbi israeliani e palestinesi sono morti alla vita; l’Ucraina è ancora sotto le bombe e le  decine di altri focolai di  guerre – piccole e grandi – non ci consentono di festeggiare e ci consigliano di vergognarci.

Intorno a noi non si respira aria di gioia come per la nascita di un bimbo. Non c’è lo stupore di un lieto evento, noto scetticismo e indifferenza, si avverte la sensazione di non essere pronti o ancora peggio degni di questa nascita e forse preferiremmo saltare a pié pari questo tempo che ci interroga.

Deleghiamo ai regali, ai dolciumi, alle tavole imbandite il nostro appagamento e la nostra ansia di felicità, troppe volte inutile.

Dall’alto dei cieli, gli Angeli del Dio della speranza – invece – ci annunciano di non temere. Egli viene lo stesso, ritorna a nascere in questo desolato mondo votato alle ingiustizie dove troppi muoiono di fame e pochi hanno troppo! Le disparità di reddito, le difficoltà di accesso alle cure sanitarie, la produzione delle armi sono diventate intollerabili, troppe le persone dolenti che in questi giorni di “festa“ soffrono di piu’.   Gli uomini di buona volontà non possono più condividere o tacere. E’ giunto il tempo per una nuova economia di pace, nuova distribuzione delle ricchezze, nuove accoglienze dei tanti fratelli la cui terra natale è diventata amara.

E questo il nuovo modo di fare il Natale e ognuno dovrà concretizzarlo nel proprio quotidiano, condividendo le povertà, creando la pace in famiglia e tre le amicizie, sostenendo le tante persone in difficoltà, alleviando le tante solitudini e le tante sofferenze che facciamo finta di non vedere per colmare il vuoto che c’è dentro di noi, in attesa del grande miracolo che ci consenta di  essere più buoni “almeno a Natale”.

Perché in fondo il VERO Natale altro non è che la festa dei miracoli che… avvengono tutto l’anno!

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Riceviamo e pubblichiamo di Mario Di Biase

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