Il Natale, mistero di un Dio che piange col pianto dei poveri

Un giovane immigrato muore di freddo in una delle città più ricche d'Italia.

Morire di freddo sotto il cavalcavia ferroviario di via Giuseppe di Vittorio, nella zona industriale di Bolzano. È accaduto a Mostafa Abdelaziz Aboulela, un giovane immigrato di 19 anni. Dall’Egitto, dove era nato, Mostafa era arrivato in Europa tre anni fa, alla ricerca di una lavoro per sostenere la sua famiglia povera.

Non aveva una casa; il 9 dicembre si era messo alla ricerca di un riparo per la notte e si era rivolto a un centro di accoglienza, dove però non c’era posto. Probabilmente non ha fatto nemmeno il tentativo di insistere, davanti all’evidenza che c’erano addirittura altri 170 senzatetto che lo precedevano nella lista di attesa. Avendo rimediato soltanto una coperta, se n’è andato, insieme a un amico, a passare la notte all’addiaccio; il termometro segnava cinque gradi sotto lo zero. Lo hanno trovato morto sotto quel cavalcavia di Bolzano.

In quegli stessi giorni, Il Sole 24ore pubblicava la tradizionale classifica sulla qualità della vita delle città italiane. Per una tragica combinazione, la classifica vedeva nelle prime posizioni proprio la città di Bolzano. Il quotidiano precisava: «Sul podio ci sono anche Bolzano, habitué della top dieci che quest’anno sale al secondo posto, e Firenze, terza». C’è da chiedersi che valore hanno queste classifiche se nelle città italiane dove si vive meglio, ci sono persone che muoiono di freddo e chissà quante altre versano in uno stato di indigenza.

Non siamo qui a dire soltanto che si dovrebbe evitare di distribuire rassicuranti certezze smentite dai fatti. Il problema non riguarda tanto gli esperti di statistica. Il problema riguarda ciascuno di noi. La triste storia del giovane Mostafa Abdelaziz Aboulela, infatti, richiama ciascuno di noi a una conversione personale. Il Natale che si celebra in questi giorni ci richiama le severe parole del Vangelo di Giovanni: «Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto».

La morte di Mostafa ricorda a ciascuno di noi che non abbiamo riconosciuto il Verbo farsi carne, povero tra i poveri, come in questo ragazzo venuto dall’Egitto. Gesù nasce povero, bisognoso di tutto. Nasce povero in una grotta di Betlemme perché non si era trovato nessuno disposto ad accoglierlo. Come Mostafa.

Questo ci riporta alla verità delle parole che ritroviamo in quel popolarissimo canto natalizio e che tutti cantiamo sempre con viva emozione: «Tu scendi dalle stelle / o Re del Cielo / e vieni in una grotta / al freddo al gelo». Il Bambino, nella sua povertà, ha sofferto il freddo. Il pianto del Bambino infreddolito a Betlemme scuote intimamente il cuore inaridito di ogni uomo e invita alla conversione. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori ha espresso questo con parole più belle, nello stesso canto richiamato. In Tu scendi dalle stelle, egli si rivolge al Bambino: «Caro eletto Pargoletto, / quanto questa povertà / più mi innamora».

È la povertà del Bambino nella grotta di Betlemme, ci dice Sant’Alfonso, che apre il nostro cuore all’amore; è quella divina povertà che abbiamo potuto vedere sotto il cavalcavia di Bolzano dove si è addormentato per sempre il caro Moustafa che ci fa innamorare di Cristo che nasce.

C’è chi, di fronte alle tante luci che adornano nel periodo natalizio le nostre citta, ha voluto far notare che Gesù è nato a Betlemme, non a Las Vegas. Può darsi comunque che il brillìo di queste luci ci riporti al mistero del Natale. Ma molto meglio si potrà vedere questo mistero in un Dio che ha voluto essere povero e che ha voluto fare suo il pianto dei poveri.

È il mistero di un Dio che piange e di fronte al quale il nostro cuore, disarmato, viene richiamato alla conversione. È questa un’occasione da non perdere. Perché, ricorda sempre il Vangelo, «a quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio».

Homeless Encampment” by Editor B is licensed under CC BY 2.0.

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Paolo Tritto

Latest videos