Il rapporto sull’impegno della Fondazione Lucana “Mons. Vincenzo Cavalla” per contrastare l’usura. I cinquant’anni di padre Basilio.

Nel documento le dimensione del fenomeno nell'emergenza Covid-19. La felice ricorrenza dei cinquant'anni di sacerdozio di don Basilio, presidente della Fondazione.

Con una lettera aperta, don Basilio Gavazzeni ha illustrato il rapporto annuale della Fondazione Lucana Antiusura “Mons. Vincenzo Cavalla”. Era un documento molto atteso, in considerazione del momento di particolare gravità che la pandemia in corso ha determinato, per poter valutare il grado di sofferenza nelle quali le famiglie si sono ritrovate e la capacità di risposta della Fondazione di fronte all’acuirsi dell’emergenza.

Il primo aspetto che viene sottolineato è l’attivismo degli usurai, grazie a ciò che don Basilio ha definito “welfare peloso”, con il quale questi soggetti criminali non hanno avuto difficoltà a sostituirsi a quello “tutto procrastinazioni, se non assente, dello Stato e della politica”. Il Coordinamento per le Iniziative Antiracket e Antiusura della Regione Basilicata riferisce infatti che secondo l’ultimo Rapporto 2020 della SVIMEZ, la malavita ha sostenuto segmenti di classi sociali più povere e imprese in difficoltà attraverso prestiti non necessariamente a tassi usurai. Ciò ha significato la capacità di dispensare liquidità con prontezza e senza immediate contropartite, circostanza che ha determinato un’accresciuta reputazione di queste organizzazioni agli occhi dei soggetti in difficoltà.

Quali sono le caratteristiche del fenomeno dell’usura nel territorio lucano? Purtroppo il primo aspetto di questo fenomeno è la totale assenza di denunce. “Contro l’usura” spiega Gavazzeni, “rare sono le voci e le carte che ne conducono i malfattori davanti a un tribunale. Ammettiamolo, tanta nostra perorazione per incentivare le denunce antiusura ha di rado sortito qualche effetto”. Questo per la natura dell’usura nel territorio locale che è essenzialmente un’usura da vicinato.

Un secondo aspetto è la fragilità dell’economia di Matera che con l’evento della Capitale Europea della Cultura 2019 ha puntato tutto su settori che sono oggi nell’impossibilità di operare per il blocco dei flussi turistici. Dice don Basilio: “Bed and breakfast, ristoranti e bar, attività commerciali e artigiane che presagivano di grandeggiare sono crollati sotto l’incalzare dei debiti forse incauti dell’anno precedente, delle spese fisse e delle tasse”. Si tratta di un’economia che non è stata capace di generare autentico sviluppo. “Non poche persone e famiglie” ammonisce il sacerdote, “nel futuro non disporranno di condizioni minime per far fronte al combattimento quotidiano”.

Nelle difficoltà determinate dalla diffusione del Covid-19, la Fondazione Antiusura è riuscita comunque a corrispondere alla propria mission, senza chiudere un solo giorno, nella scrupolosa osservanza delle misure precauzionali prescritte. Per poi adoperarsi nel delicato rapporto con i richiedenti, rapporto principalmente educativo, teso cioè al recupero di un uso responsabile del denaro da parte dei soggetti indebitati.

“Glorifichiamo Dio” conclude don Basilio Gavazzeni, “che ci dà grazia e forza per altri giorni, nonostante Covid-19 e varianti potenziate. Siamo degni di chiedergli che il 2021 non sia un altro annus horribilis, ma un anno di guarigione, e si avviino la ripresa e la resilienza programmate dal nuovo Presidente del Consiglio, Mario Draghi?”


La redazione di Logos coglie l’occasione per rivolgere a don Basilio Gavazzeni i migliori auguri nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla sua ordinazione sacerdotale. Un fatto che è anche la più convincente testimonianza della grandezza della sua fedeltà alla Chiesa. Immaginiamo che siano in tanti in questo momento a stringersi attorno a lui, sebbene la particolare circostanza della pandemia non consenta di farlo come don Basilio avrebbe meritato. Un grande grazie, un grande abbraccio a lui da tutta la comunità della redazione e dei lettori di Logos.

Don Basilio Gavazzeni in un’intervista dell’emittente TRM

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Paolo Tritto

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