La liturgia: una risorsa per risorgere

Nelle nostre comunità cresce la consapevolezza della Settimana Liturgica Nazionale che è stata celebrata proprio a Matera nel mese di Agosto. 

Nel precedente numero di Logos oltre ad averne apprezzato il logo, abbiamo avuto modo di scoprirne il tema: “La Liturgia risorsa di umanità”.

Un tema profondo e profetico che offre, sin d’ora, ampi spazi di riflessione. Non sfugge, infatti, come il sostantivo risorsa abbia a che fare con il verbo risorgere. Una risorsa, del resto, è un mezzo con cui risorgere, con cui tirarsi fuori da un imbarazzo o da una difficoltà.

E’ indicativo pensare che l’uomo possa risorgere, ovvero possa trovare risorse utili per rispondere alle sue domande di senso e di indirizzo per la propria esistenza, solo nell’incontro con la risurrezione: La risurrezione di Cristo !

La liturgia, celebrazione del Mistero Pasquale, viene presentata – sin dal fondamento tematico di questo importante incontro nazionale – come un momento privilegiato per l’uomo di scoprire se stesso, come un tempo sacro in cui l’umano può essere illuminato e arricchito di senso, come il luogo in cui possano amabilmente abbracciarsi antropologia e teologia.

Dio ed umanità, in effetti, non possono essere pensati in modo separato e quand’anche ci sforzassimo di cercare luoghi specifici di incontro non potremmo che ritrovare nella liturgia il momento più intimo in cui questa unione viene celebrata.

Non è un caso che spesso percepiamo di voler partecipare alla liturgia quasi per rispondere ad una chiamata interiore, è come se al contempo percepissimo tanto di voler “entrare” nella liturgia quanto di desiderare di “lasciarla entrare” in noi.

Accedere alla liturgia, in sostanza, non è solo offrire (dare) gesti, preghiere, manifestazioni di fede, ma è innanzitutto un ricevere: ricevere oltre al Pane della vita, indirizzi autentici di carità e di umanità.

E’ facile, in quest’ottica, riconoscere alla liturgia un ruolo di assoluto rilievo per la costruzione di quel nuovo umanesimo da tutti noi atteso e auspicato. 

Il momento della fede celebrata diviene una risorsa per risorgere, per risorgere dalle nostre fragilità, dalle nostre povertà, dalle nostre delusioni, dalle nostre attese mancate.  Una risorsa di attualità, in cui trovare più di quello che cerchiamo; una risorsa di spiritualità, in cui entrare per fare esperienza dell’umanità di Dio rivelata nell’umanità di Gesù Cristo; Una risorsa di divinità, in cui sperimentare la bellezza di quel “già e non ancora” proprio della nostra storia di salvezza, una storia che sempre ci precede e ci supera.

Celebrare la liturgia, allora, per “dedicare” del tempo a Dio ma soprattutto per “dedicarci” – in ogni senso – del tempo: dedicarci del tempo per noi e dedicarci del tempo in cui viviamo.

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Lindo Monaco

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