La mendicanza dei Magi

"La verità sui significati ultimi della vita è come trovare una bella cosa sul proprio cammino: la si vede e si riconosce, se si è attenti" (Don Giussani)

Tra la folla accorsa nel deserto della Giudea per ascoltare le parole di Giovanni Battista c’erano due giovani pescatori di nome Giovanni e Andrea.

Uno dei Vangeli narra come fossero così catturati dalla sua predicazione che non sfuggì loro una esclamazione pronunciata dal Battista mentre il suo sguardo era tutto teso verso una persona confusa tra la folla.

Andrea e Giovanni, pur non sapendo chi fosse, presero a seguire lo sconosciuto che era stato additato come “l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”. Ad un tratto questi si voltò e rivolto ai due uomini, pieni di timore e di vergogna, chiese loro: – Che cercate? -.

Questa domanda risuona oggi più attuale che mai.

Ad ogni fine ed inizio di anno è consuetudine guardare agli avvenimenti appena trascorsi per poi azzardare previsioni per il futuro: gli analisti gareggiano nel ricomporre i puzzle della storia, della economia e della scienza; in ogni campo del sapere l’intelligenza artificiale offre strumenti capaci di generare scenari di conoscenza mai prima immaginati.

Siamo dentro una trasformazione epocale della società che pure continua a fare i conti con le miserie di sempre: povertà, disuguaglianze, guerre, calamità naturali.

Di fronte al limite estremo della malattia e della morte anche la ricchezza materiale mostra la sua insufficienza a rispondere ai bisogni degli uomini ed ai loro interrogativi, a qualunque epoca o latitudine appartengano.

E quando miro in cielo arder le stelle; dico fra me pensando: a che tante facelle? Che fa l’aria infinita, e quel profondo infinito seren? Che vuol dir questa solitudine immensa? Ed io che sono?” (Leopardi – dal Canto notturno di un pastore errante dell’Asia).

Chi non censura queste domande nutre un solo desiderio: vivere la vita con pienezza o ricominciare a vivere quando essa sembra sfuggire di mano.

I Magi si misero in cammino inseguendo dei segni alla ricerca di qualcosa di grande che non conoscevano ma avevano il desiderio di incontrare. Erano uomini di scienza, non sognatori!

Seppur ricchi e carichi di doni oso immaginarli come mendicanti alla ricerca della verità, accomunati da un viaggio pieno di imprevisti.

Fu rivolta anche a loro la domanda: – Chi cercate? – Ed essi non ebbero paura di rispondere ad Erode poiché confidavano nel segno della stella che li guidava e che li avrebbe condotti ad abbracciare quel Bambino.

La domanda risuona ancora oggi per noi: – Chi cerchiamo? -.

Particolare dal presepe di Donato Dragone nella Mostra del Palazzo dell’Annunziata a Matera

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Erasmo Bitetti

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