Le confessioni di Madre Luciana

Agli alunni dell'Istituto Sacro Cuore di Matera, dove ha insegnato per vent'anni come maestra elementare, madre Luciana ha lasciato in dono le memorie della sua vita. Sono state raccolte dal suo padre spirituale in un libro che sarà presentato a Matera lunedì 12 giugno alle 19 nel salone della chiesa di Maria Madre della Chiesa.

Non ero ancora nato quel primo ottobre del 1952 quando madre Luciana iniziava il suo lavoro di maestra elementare nell’Istituto Sacro Cuore di Matera, poco più di dieci anni dopo sarebbe stata la mia insegnante nella V classe.

Dei miei compagni di allora alcuni non ci sono più, molti hanno costruito la loro vita altrove; con alcuni di quelli rimasti a Matera sono fioriti rapporti di amicizia nutriti non solo di ricordi del passato ma anche di passioni comuni: il piacere per la lettura e la scrittura, l’amore per la musica ed anche per la buona tavola.

Registro di classe del 1965

È sorprendente come il tempo non abbia scalfito la memoria dei nomi e dei volti delle nostre maestre: debbo a suor Terenzia, insegnante di seconda, la rotondità della mia calligrafia conservata fino ad oggi; a madre Alba, in terza, le prime lezioni di solfeggio e di pianoforte poi coltivate con profitto nel Conservatorio Duni di Matera.

Suor Maristella, insegnante di quarta, ha suscitato in me l’interesse per la scienza e il piacere delle scoperte: memorabile quella volta che con un sorriso, a stento trattenuto, svelò alla classe il segreto della Befana. Avevo appena finito di raccontare come la notte del 6 gennaio la vecchia signora, passando per la cucina di casa, avesse scolato mezzo bottiglione di vino!

Osservando la foto di madre Luciana nel libro che raccoglie le sue confessioni rimango colpito dalla profondità dello sguardo più che dall’apparente severità del portamento che mai mi causò turbamento.

Nei giorni che precedettero la fine dell’anno scolastico, era il 1965, ognuno degli alunni di quinta ebbe un colloquio con lei, una sorta di verifica del lavoro svolto in vista dell’esame di passaggio alle medie. Non si trattò solo di quello: lo ricordo come una sorta di congedo, pieno di tenerezza, di un padre o di una madre verso un figlio ormai adulto che sta per lasciare la casa in cui è cresciuto.

In risposta ai consigli che ricevetti circa il modo di affrontare il futuro, io replicai – me ne rendo conto solo adesso – con la stessa spavalda sicurezza di San Pietro prima del tradimento: mi dissi convinto che mai avrei abbandonato la strada e l’educazione ricevuta in famiglia e dalle suore!

In quel momento madre Luciana mi fissò ancor più profondamente e senza altre spiegazioni mi disse: – Quando sarai grande, allora capirai! -. Sul momento provai una certa delusione, subito dopo l’inquietudine per un enigma senza risposta: dopo molti anni compresi che mi stava indicando la strada della libertà.

Ecco perché quando ho avuto tra le mani il libro “La preghiera nella mia vita” in cui madre Luciana racconta di sé, della sua famiglia, della sua vocazione l’ho letto tutto d’un fiato, come l’avesse scritto per me: vi ho trovato la tenerezza di una madre che confida a suo figlio ciò che ha avuto di più caro nella vita.

Allo stesso modo dello starets Giovanni di fronte alla domanda dell’imperatore nell’opera di Vladimir Solov’evIl dialogo dell’Anticristo“:

L’imperatore si rivolse ai cristiani dicendo: “Strani uomini… ditemi voi stessi, o cristiani, abbandonati dalla maggioranza dei vostri capi e fratelli: che cosa avete di più caro nel cristianesimo?”. Allora si alzò in piedi lo starets Giovanni e rispose con dolcezza: “Grande sovrano! Quello che abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui stesso e tutto ciò che viene da Lui, poiché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della Divinità.

Di questa fede ci daranno testimonianza don Antonio Di Nardo, sacerdote della Diocesi di Caserta e postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione della Venerabile Madre Isabella de Rosis, fondatrice delle Suore riparatrici del Sacro Cuore, insieme a Madre Adalberta Nargi, madre superiora dell’Istituto di Matera.

L’incontro si svolgerà a Matera il 12 giugno alle ore 19 presso il salone della Parrocchia di Maria Madre della Chiesa in via dei Dauni 5.

Saranno presenti Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, il parroco don Donato dell’Osso e gli alunni di madre Luciana che daranno una loro testimonianza.

Al termine della serata il coro degli alunni della scuola primaria parificata del Sacro Cuore intonerà l’Inno a Madre Isabella: “Solo in Dio”.

Mons. Rocco Pennacchio, Arcivescovo di Fermo, è stato uno degli alunni di madre Luciana all’Istituto Sacro Cuore. Gli abbiamo chiesto perciò di offrirci una sua testimonianza.

1 commento

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  • […] Alla testimonianza di Suor Adalberta Nargi, madre superiora dell’Istituto Sacro Cuore, che ha conosciuto madre Luciana all’età di 14 anni, si sono aggiunte quelle di alcuni suoi ex alunni, tra i quali Mons. Rocco Pennacchio, attuale vescovo di Fermo, Vito Coviello, Mariano Ruggieri, Maria Pia Longo, Erasmo Bitetti. […]

Erasmo Bitetti

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