Madonna della Bruna 2025. Questa sera l’imposizione delle nuove corone a Maria e al Bambinello

Una tradizione che affonda le sue origini nell’800 incoronare le statue: così nel 1843 fu incoronata anche la nostra Madonna della Bruna. Nel 1983 le corone d’argento poste sull’effige mariana che viene processionalmente portata sul carro furono trafugate. Oggi per le mani di mons. Caiazzo la Madonna che va sul carro viene di nuovo coronata durante l’ultima celebrazione eucaristica del novenario.
La nuova corona della Madonna (Foto: Associazione Maria SS. della Bruna)

L’essere “regina” della Vergine Maria non è un semplice titolo onorifico, ma la conferma della sua natura eccezionale rispetto alle altre creature, sigillo della fede espressa nell’accogliere, con sincera umiltà, la Volontà divina per divenire Theotókos (Deipara in latino), madre di Dio. È proprio la Sua maternità «l’argomento principale, su cui si fonda la dignità regale di Maria» (Pio XII, Ad coeli Reginam, III), una regalità che viene direttamente da Dio a riconoscimento non solo del suo essere madre, ma anche dell’essere serva del Signore e prima e più devota discepola di Cristo.

Maria Regina è ben presente nella liturgia, ad esempio, con le note antifone del Salve Regina o del Regina Coeli o con le tante invocazioni delle Litanie lauretane. Si tratta, inoltre, di un soggetto che ha goduto di grande fortuna in campo artistico, come testimonia anche la tela presente qui a Matera in una delle cappelle della navata sinistra della chiesa di S. Francesco d’Assisi e in cui Maria, attorniata dalla SS. Trinità, è incoronata dal Figlio. Simbolo plastico di tale regalità è senz’altro la corona, solitamente d’oro, metallo segno di gloria, vittoria, incorruttibilità, immortalità e, in questo caso, di divinità.

La prima corona: 2 luglio 1843

Alle tante incoronazioni che popolavano l’arte sacra si aggiunse anche la sempre più diffusa pratica rituale dell’incoronazione delle statue e nel 1843 anche a Maria SS. della Bruna toccò un simile onore. Ciò fu possibile anzitutto grazie al cospicuo lascito del Conte Alessandro Sforza Pallavicini al Capitolo Vaticano, con l’esplicito fine di adoperarlo per realizzare delle corone con le quali adornare i simulacri della Vergine Maria insigni per antichità e miracoli. Alla luce di ciò, nell’ottobre 1842 giunsero a Matera due corone in oro e argento concesse dal Capitolo stesso e destinate alla Madonna e al Bambino Gesù. I preziosi manufatti arrivarono in città – racconta il barone Giambattista Firrao – «fra il rimbombo de’ sacri bronzi e le ripetute salve» con il popolo pronto ad accoglierle «con ripetuti evviva». L’incoronazione della sacra effigie, posta «sull’eccelsa Machina nel Maggiore degli Altari», ebbe luogo il 2 Luglio 1843 ad opera dell’allora Arcivescovo di Matera e Acerenza, mons. Antonio Di Macco.

Il furto del 1964

Tuttavia, oltre un secolo dopo, nella notte del 21 novembre 1964, mani sacrileghe privarono delle corone le due statue. Il Capitolo metropolitano si adoperò subito per la realizzazione delle nuove corone donando i propri anelli e chiamando a raccolta i fedeli perché contribuissero a riparare, anche materialmente, all’empio gesto. Teatro della nuova incoronazione, avvenuta il 1° luglio 1965 ad opera di mons. Giacomo Palombella, fu una Piazza Duomo affollata e in festa. I nuovi manufatti, opera della ditta napoletana Serpone su una base del XVIII secolo, furono poste sul simulacro della Vergine usualmente portato in processione all’apertura del Novenario e a conclusione dell’Ottavario e sono tutt’ora in uso.

Il furto del 1983

Un nuovo furto scosse però la Basilica Cattedrale nella notte tra il 4 e il 5 febbraio 1983: tra i tanti oggetti sacri trafugati v’erano anche le corone d’argento che impreziosivano la statua condotta processionalmente sul Carro trionfale la sera del 2 luglio. Le corone non furono mai rinvenute né si procedette a realizzarne di nuove, ricorrendo così a prestiti meno pregiati da altre effigi.

A più di quarant’anni da questo secondo furto, dunque, l’Associazione Maria SS. della Bruna ha pensato di realizzare due nuovi gioielli, chiamando a raccolta i fedeli proprio come avvenuto esattamente 60 anni fa.

Oggi l’incoronazione: esattamente come 60 anni fa

Il modello scelto è quello della grande corona posta lungo la navata sinistra della Cattedrale e che, nel periodo dei festeggiamenti, sovrasta il maestoso baldacchino ospitante la statua della Vergine: i due manufatti, realizzati su progetto di Francesco Iacovone e Alberto Ruperti, sono opera dell’azienda orafa Iacovone s.r.l. di Vicenza, un’autentica eccellenza di stampo materano in terra veneta.

L’effige con le attuali corone e la corona che sovrasta il baldacchino
(Foto: Cristina Garzone)

Sull’esempio di mons. Antonio Giuseppe Caiazzo che, a conclusione del suo ministero episcopale nella nostra Arcidiocesi, ha voluto donare il suo anello perché fosse incastonato nella corona destinata alla Madonna, l’intera cittadinanza materana è invitata a offrire il suo contributo a questa importante iniziativa, a conferma dell’indissolubile legame con la Vergine Maria, all’indomani del 70° anniversario di Matera quale Civitas Mariae.

Due corone per la nostra Mamma celeste, espressione di una fede antica e radicata, realizzate col contributo, piccolo o grande, dei suoi figli, a divozione del popolo, vengono nella sera del primo luglio imposte su Maria e Gesù per le mani di S.E. Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo nell’ultima celebrazione eucaristica del novenario, da lui presieduta in Piazza Duomo oggi 1 luglio ore 19, concelebranti gli arcivescovi S. E. Mons. Salvatore Ligorio, S. E. Mons. Davide Carbonaro, S. E. Mons. Rocco Pennacchio, S. E. Mons. Biagio Colaianni.

Per chi non potesse essere presente, la celebrazione sarà trasmessa in diretta a cura di TRM e sarà visibile attraverso questo link o i canali 16 DTT (Basilicata e Puglia) e 519 SKY/tivùsat.

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Daniele Taccardi

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