Mario Marchetta. Il martirio di una speranza

La morte del giovane di Grassano, accoltellato mentre lavorava nel suo bar

L’omicidio di Mario Marchetta a Grassano ha scosso l’intera regione. Ogni omicidio rappresenta qualcosa di enorme, di inaccettabile per la vastità del male che dal gesto omicida scaturisce. Ma l’enormità del male provocato dalle mortali coltellate che hanno colpito il povero Mario ha qualcosa di ancora più devastante.

Perché Mario Marchetta era un giovane di 35 anni, ma era un giovane che era mosso da una speranza e che a questa speranza aveva affidato la sua vita. Era un giovane emigrato che a un certo punto ha pensato, ha creduto di poter tornare. Ma ha anche creduto che, tornando, avrebbe potuto dare una testimonianza di vita. E la testimonianza è questa: si può aver fiducia nel futuro di questi centri delle aree interne. Sono paesi che i giovani solitamente abbandonano perché non intravedono prospettive per la loro vita. Prospettive di un lavoro decoroso e possibilità di trovare le risorse necessarie a mettere su una famiglia.

Mario aveva capito che, nonostante queste difficoltà che sembrano insormontabili, si poteva tornare. Questa speranza lo aveva portato a investire. Quello che spesso non si considera è che ciò che spinge a fare un investimento di natura economica, non sono sempre soltanto considerazioni di carattere economico; spesso si investe perché c’è stato qualcosa che ha suscitato una speranza, determinando una positiva disposizione del cuore verso la realtà. Mario aveva imparato evidentemente ad avere uno sguardo nuovo sulla realtà, a guardarla come qualcosa di positivo; dalla quale ci si può ragionevolmente aspettare del bene.

Questo giovane, con tanto entusiasmo, aveva investito e aveva aperto un locale, un bar nella strada principale del paese; era un luogo di ritrovo, il Kilò, che come tutti i bar di paese sono anche luoghi di aggregazione, di socializzazione, di spensieratezza, di amicizia. Sono cioè luoghi di vita, di festa, sono piccole comunità. Mario Marchetta in questa sua attività ha cominciato a crederci davvero, tanto che pensava che tutto questo potesse crescere ulteriormente, consentendogli di realizzare il suo sogno di aprire un ristorante che a sua volta poteva essere occasione di lavoro per altri giovani. Chi guarda il sito internet di Kilò può farsi un’idea della vitalità che animava Mario.

Si pensa che non ci sia niente di più doloroso che vedere uccidere una vita. Invece capita di vedere il peggio. Di vedere per esempio uccidere un uomo nel pieno della sua giovinezza. E ancora di più: vedere colpire una speranza. Perché con Mario Marchetta non si è soppressa soltanto una vita umana ma si è umiliata la speranza che animava quella vita. Che anima la vita di ogni uomo.

Grassano è un paese dove tutti si conoscono e spesso sono uniti da legami di parentela. È un posto dove sicuramente tutti hanno guardato con simpatia, forse anche con affetto, questo giovane che tentava di costruirsi una vita con il suo bar Kilò. Chissà quanti hanno voluto sostenerlo, incoraggiarlo. E certo questo Mario meritava. Grassano è un paese dove nessuno poteva aspettarsi che succedesse quello che purtroppo è successo.

Da tempo, molti si domandano cosa è possibile fare perché questi centri delle aree interne, che sono un’importante fetta del territorio nazionale, possano tornare a vivere; cosa è possibile fare per arginare lo spopolamento e ciò che è stato definito l’inverno demografico. Queste domande sono state rilanciate recentemente anche dai vescovi delle diocesi interessate al triste fenomeno, nel corso di un incontro che si è tenuto a Benevento.

È difficile dire quali possano essere le risposte a queste domande. Ma certamente, qualunque soluzione si trovi, possiamo dire che il carissimo Mario Marchetta ci ha indicato una strada, ha acceso una speranza. Almeno ci ha indicato il punto di partenza. E cioè che quando si ama la propria comunità, la propria terra, la vita può veramente rinascere. Può risorgere. Sì, risorgere; perché anche dopo una morte tutto può ricominciare.

Mario Marchetta
Foto dal suo profilo facebook

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Paolo Tritto

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