Matera, patria di santi benedettini

Domani 17 febbraio alle ore 19,30 a S. Eligio in Matera sarà presentata alla cittadinanza la tela di S. Scolastica, S. Mauro e S. Placido. Questo contributo di Michele P. Ruggieri, oblato benedettino del Santuario di Picciano, ci traccia la figura di Scolastica, e così ci prepara alla serata di domani.

Domani in S. Eligio la presentazione della tela di S. Scolastica

Lo scorso 10 febbraio la liturgia ci ha ricordato S. Scolastica e nello stesso giorno – resa però impossibile per l’inclemenza del tempo e, pertanto, rinviata a domani venerdì 17 febbraio – doveva aver luogo la presentazione, nell’ambito di un ciclo incontri culturali curati dalla Coop. ‘Oltre L’arte’ , della tela di S. Scolastica, S. Mauro e S. Placido dell’ex monastero benedettino di S. Lucia e Agata.

Matera – non tutti lo sanno – può vantare di essere una “città benedettina” – oltre che mariana e della pace – per annoverare tra i suoi figli ben tre santi benedettini: S. Giovanni da Matera – che è anche compatrono della città, assieme alla Madonna della Bruna ed a S. Eustachio – nonché S. Ilario e la beata Eugenia.

Sparse nella città antica ed anche fuori le mura, i resti della presenza benedettina attraverso i secoli.

Attualmente, la caratterizzazione benedettina si concretizza nella presenza, da circa sessant’anni, dei monaci olivetani presso il santuario di Picciano e di quella degli “oblati”, ovvero benedettini laici, presenti, anche se mimetizzati, in diverse parrocchie della città.

Parlare dei nostri santi benedettini materani rimanda al fondatore dell’Ordine, S. Benedetto, e quindi non si può non ricordare e fissare l’attenzione sulla figura della sua sorella gemella S. Scolastica di cui trattiamo qui di seguito.

Scolastica da Norcia

Sulla vita di S. Scolastica non abbiamo molte notizie, ma quelle poche sono del tutto attendibili e servono a comprendere il personaggio.

Nacque a Norcia (Perugia) il 2 marzo del 480 d.C. e morì nel monastero da lei fondato a Piumarola (Frosinone) il 10 febbraio 547.

Famiglia nobile, discendente dall’antica famiglia senatoriale romana degli Anicii per parte di padre, Eutropio Anicio, Capitano Generale dei romani nella regione di Norcia, mentre la madre, Claudia Abondantia Reguardati, era contessa di Norcia.

La madre morì subito dopo aver partorito i due gemelli e il padre, che aveva dedicato grandi cure ai due bambini, fece voto di destinarla alla vita monastica.

In una Roma dissoluta si fa sentire il desiderio di Dio

Secondo quanto riporta S. Gregorio Magno nel secondo libro dei Dialoghi, all’età di dodici anni, Scolastica fu mandata a Roma assieme al fratello per compiere gli studi classici, ma entrambi restarono profondamente turbati per la vita dissoluta che vi si conduceva.

Benedetto, per primo, decise di ritirarsi in eremitaggio a Subiaco ove visse da eremita per circa tre anni.

Scolastica, rimasta unica erede del ragguardevole patrimonio della famiglia, rifiutando ogni attaccamento ai beni terreni, chiese al padre di potersi dedicare alla vita religiosa entrando in un monastero vicino a Norcia, dove fece voto di castità e rinunciò ai bene terreni.

In seguito, raggiunse il fratello a Subiaco, e dopo che lui ebbe fondato l’Abbazia di Montecassino fece costruire un proprio monastero a 7 chilometri di distanza, a Piumarola, dove, assieme alle sue consorelle, seguì la Regola di San Benedetto dando origine all’Ordine delle Benedettine, ramo femminile dell’ordine maschile.

Subiaco, Abbazia di S. Scolastica

Il padre, pur soffrendo per la separazione di Scolastica, ricordandosi del voto fatto, accettò la sua decisione.

«Poté di più, colei che più amò», un famoso aneddoto

Della sua vita si conoscono, come detto, solo poche vicende narrate nel secondo Libro dei Dialoghi di san Gregorio Magno, attraverso aneddoti ed esempi di santità prevalentemente in riferimento al fratello Benedetto, icona del monachesimo occidentale.

I due fratelli si incontravano una volta all’anno in una casa a metà strada tra i due monasteri, divenuta poi oggetto di culto per molto tempo. Nell’ultimo di questi incontri, avvenuto il 6 febbraio 547, poco prima della sua morte, Scolastica chiese al fratello di protrarre il colloquio spirituale fino al mattino seguente, ma Benedetto si oppose per non infrangere la regola. Allora Scolastica implorò silenziosamente il Signore di non far partire il fratello; subito dopo scoppiò un inaspettato e violento temporale che costrinse Benedetto, che vi riconobbe un miracolo, a rimanere con lei conversando tutta la notte. Gregorio conclude la narrazione dell’episodio affermando: «Poté di più, colei che più amò».

Ancora Gregorio narra che Benedetto ebbe notizia della morte della sorella, avvenuta tre giorni dopo il loro ultimo incontro, “da un segno divino”: vide l’anima della sorella salire in Cielo sotto forma di una bianca colomba. La seppellì nella tomba dove anch’egli fu sepolto, poco più tardi: «come la mente loro sempre era stata unita in Dio, nel medesimo modo i corpi furono congiunti in uno stesso sepolcro».

Secondo i monaci benedettini le reliquie di Scolastica e Benedetto sono conservate sotto l’altare maggiore della basilica di Montecassino. Altro luogo ove potrebbero essere custodite è presso il Casino di Cicco in Sant’Apollinare (Frosinone) o, secondo un’altra tradizione, in Francia, nel monastero di Fleury, spostate dopo 80 anni di abbandono nell’abbazia di Montecassino distrutta nell’anno 583 dai Longobardi.

Scolastica, fondatrice e protettrice delle monache benedettine, delle puerpere, dei bambini che soffrono di convulsione, è invocata anche da alcuni per ottenere la pioggia o il sole, a seconda dei casi, ed è venerata come santa dalla Chiesa cattolica, ortodossa e anglicana.

S. Scolastica, Abbazia di Montecassino

Come Giuseppe, icona del silenzio

Una delle maggiori raccomandazioni di Scolastica era di osservare la regola del silenzio e di evitare soprattutto la conversazione con gente estranea al monastero, anche se si dovesse trattare di persone devote che andavano a visitarle. Ella diceva:

«Tacete, o parlate di Dio, poiché quale cosa in questo mondo è tanto degna da doverne parlare?»

Una delle caratteristiche di Scolastica fu il nascondimento.

In questo ricorda tanto il patriarca S. Giuseppe e, come questi visse all’ombra del suo Figlio Gesù e di sua madre Maria, sua legittima consorte, così Scolastica visse all’ombra di suo fratello gemello Benedetto che lei seguì non solo nei luoghi ov’egli si recò nel suo percorso verso la santità, attraverso la vita monastica, ma anche nella vita spirituale.
E, come Giuseppe, non fu personaggio sbiadito, ma fondamentale nella vita della Santa Famiglia, così Scolastica fu protagonista del suo cammino, pur ispirandosi alla figura ed agli insegnamenti di Benedetto.
Ci piace pensare, tuttavia, che il rapporto tra i due gemelli non fu unidirezionale perché è probabile che la sorella non facesse mancare al fratello i suoi suggerimenti se è vero, come è vero, che ella accolse la Regola benedettina anche per l’ordine monastico femminile da lei fondato. Una Regola scritta a quattro mani? Certamente no, ma che S. Scolastica possa aver quantomeno consigliato il fratello, è lecito pensarlo.
L’aneddoto tramandatoci da san Gregorio Magno nei Dialoghi, riguardante l’episodio dell’ultimo incontro annuale dei due fratelli, prima del transito di Scolastica, ci mostra una donna di forte carattere e temperamento, in grado, all’occorrenza, di scavalcare il riluttante Benedetto per rivolgersi a Chi, più in alto di lui, poteva accontentare le sante richieste della donna di trascorrere un’ultima nottata col fratello, in sante conversazioni, forse conscia del suo imminente trapasso!
Insomma, Scolastica, col suo silenzio, continua a fare ancora molto chiasso!

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.

Michele Pio Ruggieri

Latest videos