Tempo di ascolto e di riflessione?

Tra qualche giorno inizia la Quaresima che sappiamo essere il periodo di penitenza e di riflessione necessario per una vera conversione pasquale. La penitenza dei nostri giorni è costituita dalla pandemia da coronavirus che da ben due anni continua ad assillarci provocando morti e sofferenze in buona parte arginate solo dalle vaccinazioni di massa.

Una prima domanda si pone sul perché ancora tante persone sono così scettiche e renitenti a vaccinarsi. Sembra che una parte di esse abbiano assunto questa decisione per paura, altre per scetticismo verso la medicina ufficiale, altre ancora per atteggiamento precostituito, quasi “ideologico”. L’augurio che ci facciamo è che una gran parte di queste persone faccia uno sforzo di discernimento fino a decidere di vaccinarsi e mettersi al riparo dal pericolo ancora incombente di facile contagio, anche se in questi giorni sembra decisamente in calo.

In realtà di domande ce ne sono tante e, al di là della pandemia, una grande riflessione devono farla tutti gli italiani pensando alle parole pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al momento del suo insediamento. Il presidente invita gli italiani ad impegnarsi per la ricostruzione dell’Italia dei prossimi anni, dopo il periodo di emergenza. E’ un impegno serio quello che devono assumere perché l’obiettivo è di puntare ad un’Italia “più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano“. E più in dettaglio il presidente ha detto che «Lo spirito di iniziativa degli italiani, la loro creatività e solidarietà, lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istituzioni ci hanno permesso di ripartire. Hanno permesso all’economia di raggiungere risultati che adesso ci collocano nel gruppo di testa dell’Unione».

Ma il moderato ottimismo che l’evento elezione presidenziali ci ha donato viene offuscato, purtroppo, da una nube nera che incombe sul cielo dell’Europa in questi giorni; è questa l’altra nostra penitenza? L’auspicio è che i venti di pace prevalgano sui venti di guerra risolvendo al meglio la crisi ucraina. Intanto, le conseguenze di quest’ultima crisi già si sono scaricate sui paesi europei occidentali, in particolare in Italia dove il costo del gas si è più che raddoppiato. Nel frattempo, si scopre che l’Ucraina è il 1° paese in Europa per riserve di uranio, è il 2° in Europa a possedere riserve di minerale di titanio, il 2° paese al mondo in termini di riserve di manganese e tanto altro ancora; allora si spiegano i venti di guerra. 

In tale contingenza è l’Europa che deve giocare le sue carte diplomatiche per entrare sulla scena della realtà ed incidere con la mediazione affinché siano assunte le decisioni più giuste dalle parti in causa.

“Non è più il tempo dell’acqua, è giunto il tempo del vino”. Come alle nozze di Cana “Maria intuisce che è giunto il momento di un cambiamento sia per l’umanità e sia per il Figlio e si preoccupa che ciò si concretizzi” perché qualcosa è accaduto e non si può festeggiare l’amore senza un buon vino, così l’Europa deve assumersi il carico della paternità e agire di conseguenza. «L’Unione europea non è un incidente della storia»- ha detto David Sassoli in più occasioni ed ancora – «L’Europa senza il rispetto dei diritti umani non esiste».

In questo momento difficile ritorna alla mente il tema del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale per le comunicazioni sociali per l’anno 2022:  “Ascoltare con l’orecchio del cuore”. «Occorre in alcune circostanze – dice il Santo Padre –  il “martirio della pazienza”, necessario per ascoltare e farsi ascoltare nelle trattative con gli interlocutori più difficili. Ma anche in situazioni meno difficili – continua ancora papa Francesco –  l’ascolto richiede sempre la virtù della pazienza, insieme alla capacità di lasciarsi sorprendere dalla verità, fosse pure solo un frammento di verità».

Il Santo Padre, domenica 13 all’Angelus, ha espresso la sua preoccupazione per le notizie provenienti dall’Ucraina per cui ha affidato all’intercessione della Vergine Maria e alla coscienza dei responsabili politici ogni sforzo per la pace, e per questo ci ha invitato a pregare.

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Domenico Infante

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