Verso la Settimana sociale dei cattolici di Trieste 2024

Presentata la 50a edizione che avrà per tema “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro" in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024.

Si è tenuta a Milano il 15 settembre, presso l’Aula Pio XI dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la presentazione della 50a Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024 sul tema “Al cuore della Democrazia. Partecipare tra storia e futuro”.

Nel corso di questo tradizionale appuntamento triennale, i cattolici si impegnano ad affrontare i problemi più rilevanti del tempo. Obiettivo della Settimana di Trieste sarà la rivitalizzazione della democrazia, resa possibile da un’apertura del cuore alla diversità. Da questo punto di vista non è casuale la scelta di Trieste come sede della prossima Settimana, una città di confine che ha sempre rappresentato un’apertura della Mitteleuropa sul mare Mediterraneo. Un mare che riversa senza sosta in Europa, ma particolarmente oggi, quei fratelli “diversi” che sono i migranti.

I cattolici delle Settimane sociali invocano a questo proposito una “rivoluzione”, la rivoluzione dell’unità. «L’unità dei diversi» è scritto nel documento preparatorio di Trieste 2024, «è l’esperienza più sorprendente di cui raccontano già le prime comunità cristiane ritratte negli Atti degli Apostoli. Rileggere quella storia – come si rileggono i racconti di famiglia – ci fa riscoprire di quanta parità, confronto, gioia, abbiamo ancora oggi bisogno. Ci rivela quanto siamo lontani da quell’abitudine a condividere tutto, parole e pensieri, beni e ospitalità, senza chiuderci in piccole bolle ma pronti a soccorrere i più lontani quando ne hanno bisogno. È un’esperienza solo apparentemente semplice, perché ha in sé lo slancio rivoluzionario di un mondo senza separazioni, dove “non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28)».

Tante saranno le novità nella prossima edizione triestina. Innanzitutto che le Settimane cambiano nome: saranno da oggi in poi le Settimane sociali dei cattolici in Italia. Non più dei “cattolici italiani”, non c’è più dunque un riferimento nazionale, ma il riferimento a un luogo che deve diventare luogo di aggregazione per tutti, luogo di rigenerazione di un popolo. Perché senza una realtà popolare viva, come ha affermato anche Papa Francesco, non è nemmeno possibile rigenerare la democrazia.

Altra novità è il forte richiamo alla continuità con le Settimane precedenti, in particolare quella sul tema “Il pianeta che speriamo” tenuta a Taranto nel 2021. Per questo, gli atti della Settimana di Taranto – è stato detto – non devono essere riposti in biblioteca ma, con la loro ricchezza e con le indicazioni operative, devono continuare a ispirare l’impegno sociale dei cattolici, particolarmente nell’impegno a creare in Italia quelle “comunità energetiche” che potranno rendere possibile una conversione ecologica di cui si sente urgente bisogno.

Fatto nuovo è inoltre che la Settimana sociale di Trieste sarà aperta a tutti, non soltanto ai 1500 delegati. Chiunque potrà avere accesso ai lavori della Settimana e partecipare agli eventi ospitati nella città triestina.

Alla presentazione della Settimana di Trieste sono intervenuti Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania e Presidente del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali, Prof.ssa Elena Granata, Vicepresidente del Comitato, Prof. Sebastiano Nerozzi, Segretario. Ha introdotto i lavori Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Quello attuale è un momento particolarmente felice per i cattolici impegnati nel sociale. Lo si è visto già al recente Meeting di Rimini quando è stato presentato il manifesto “Piano B. Mappe per chi ci crede ancora”, manifesto fondativo di uno “s-partito”, qualcosa cioè di diverso da un partito tradizionale, qualcosa che vuole essere un “Piano B”, un’alternativa alla politica come viene comunemente intesa oggi. Ma questo è un momento favorevole soprattutto grazie al magistero di Papa Francesco e alle sue encicliche sociali che ormai sono patrimonio comune non soltanto dei cattolici.

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Paolo Tritto

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