Adorazione eucaristica perpetua, perché?

Intervista a don Enrico Campino, presente a Matera in occasione del Congresso Eucaristico, con la missione eucaristica di rilanciare l’adorazione perpetua.

1) Che cos’è l’adorazione eucaristica ed in particolare quella perpetua?

L’adorazione eucaristica è lo stare alla presenza del Signore Gesù. L’adorazione eucaristica per eccellenza, non dimentichiamolo, è la celebrazione eucaristica. Invitati alle nozze dell’Agnello, partecipiamo della comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, veniamo resi partecipi della sua vita divina. La Chiesa, più dalla Controriforma, ha iniziato ad adorare anche in maniera prolungata le specie eucaristiche, riconoscendo in esse la presenza reale di Cristo Buon Pastore, di Cristo Risorto. Non solo ci nutriamo di Cristo, ma continuiamo ad adorare Gesù presente in mezzo alla sua Chiesa. Questo ci serve di preparazione a ciò che vivremo nella vita eterna, come ci descrive bene il libro dell’Apocalisse. L’adorazione perpetua è lo stare, come esperienza di Chiesa, alla presenza di Gesù 24 ore su 24. Esperienze che alcune comunità vivono. Si sceglie una cappella, una chiesa; si espone il Santissimo e con una turnazione di fedeli ogni ora qualcuno adora il Signore Gesù.

2) Perché l’adorazione perpetua oggi nella Chiesa?

Perché in questo tempo di scristianizzazione, di mancanza di valori, di punti di riferimento, come quello che viviamo, abbiamo bisogno di toccare l’amore di Cristo. E questo lo sperimentiamo soprattutto nell’adorazione eucaristica. L’apostolo Tommaso, dopo la risurrezione, in qualche modo vedrà per ultimo il Signore Risorto. Finalmente Tommaso può toccare le piaghe di Gesù. Tommaso guarisce dalla sua incredulità perché tocca quelle ferite, quel cuore. Abbiamo bisogno di toccare l’amore di Cristo, di esserne in qualche modo compromessi. E questo avviene nell’Eucarestia, di cui ci nutriamo e che adoriamo. Attraverso questa esperienza di adorazione avvengono tantissime conversioni di gente lontana. Anime praticanti si rilanciano nella missione apostolica. Nell’adorazione silenziosa si sperimenta quel tocco del cuore di Cristo. C’è la presenza reale di Gesù nell’Eucarestia. Nel miracolo eucaristico di Lanciano un’ostia si trasforma in carne viva, conservata ancora dopo 13 secoli. Analizzando quel frammento ci si è accorti che è il miocardio. Questi miracoli ci fanno comprendere che Cristo nell’Eucarestia ci dona se stesso e il suo cuore. E la gente, anche la più lontana, sperimenta l’amore di Gesù. Il Signore sa toccare i cuori.

3) Come è diffusa in Italia, oggi, l’adorazione perpetua? C’è una rete di adoratori?

In Italia ci sono diverse cappelle, più diffuse in Sicilia e Campania. Il Sud è più fervente rispetto al Settentrione. Ogni cappellina praticamente è autonoma, non c’è una vera rete. In qualche diocesi, magari, può esserci qualche associazione o comunità religiosa che ha come carisma l’adorazione perpetua e la diffonde. In Sicilia con 11 cappelle perpetue e più di una 50ina di continuate abbiamo cercato di creare una rete. Cerchiamo di proporre dei congressi eucaristici regionali. A livello nazionale spesso ci si incontra, come accaduto a Matera per il Congresso Eucaristico Nazionale.

4) Come può essere riscoperta l’adorazione perpetua nella vita spirituale e pastorale?

Da quando ho cominciato una decina di anni fa ad interessarmi dell’adorazione perpetua, questa esperienza mi ha portato a vedere tante conversioni e avvicinare tante famiglie, portando tanti cuori a Gesù. Sono quindi nate spontaneamente delle missioni eucaristiche che ci hanno spinto ad esportare questa esperienza fuori dalla Sicilia. Attraverso l’aiuto pratico di come realizzare concretamente una cappellina di adorazione e soprattutto attraverso le tante testimonianze di neoconvertiti. Laici che si mettono in gioco nella testimonianza. Sono nate diverse esperienze. Siamo stati nel novembre 2018 a Pisticci, dove già era partita l’adorazione da qualche anno. Durante il Congresso Eucaristico siamo stati presso la Chiesa di Santa Lucia, incontrando diversi laici e sacerdoti interessati ad intraprendere l’iniziativa. Sono tanti i documenti che invitano i Vescovi ed i sacerdoti a rimettere al centro l’Eucarestia. Pensiamo ad Ecclesia de Eucarestia di Giovanni Paolo II e soprattutto il documento diffuso nell’anno sacerdotale denominato: “Adorazione eucaristica e maternità spirituale per la santificazione del clero”. Si invitava, con questo documento, il Vescovo a creare in ogni diocesi un santuario eucaristico diocesano in cui pregare per la santificazione del clero e le vocazioni. Pochi vescovi hanno attualizzato questo documento tra cui il vostro, di Matera, creando a Santa Lucia la sede di questo santuario diocesano. Se è santo il sacerdote, si santifica il popolo santo di Dio. C’è bisogno di sacerdoti innamorati di Cristo. Abbiamo bisogno di fedeli reali, innamorati di Cristo e che vivono la presenza di Cristo come testimoni. Anche Papa Francesco chiede spesso che le parrocchie diventino scuole di preghiera, luogo dove incontrare Gesù. Se restiamo in sacrestia e non usciamo, curando le nostre tradizioni, ci manca l’anima della Chiesa che è l’evangelizzazione. Dobbiamo rimanere nel mondo, come ci chiede il Papa in questo percorso sinodale, per testimoniare Cristo con la nostra vita. La vita contemplativa, di preghiera, l’adorazione ci spinge all’azione. Questo porta le comunità che mettono al centro l’eucarestia ad un rinnovamento. Spesso ci si affanna a programmare e programmare, con riunioni, organizzazioni su come avvicinare la gente. Ciò porta ad un dispiegamento di energie senza risultati. Se forse ci fidassimo di più di Lui, rimanendo in ginocchio con Lui, tanta gente, anche la più lontana, può trasformarsi in un’anima fervorosissima, solo perché, magari, entra in una cappellina. Questo non ci porta a vivere un cristianesimo di sola preghiera, ma con la testimonianza portiamo Gesù nel mondo. Mettiamo Gesù Eucarestia al centro, Gesù Risorto nella sua Chiesa e il deserto rifiorirà. Per questo tante comunità rinascono grazie all’esperienza dell’adorazione eucaristica perpetua.

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Angelo D'Onofrio

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