Alleluia. Il Signore è Risorto!

Sì, Cristo è risorto, è veramente risorto e con lui risorge l’uomo, figlio di Dio e fratello di ogni uomo.

Quanto avremmo voluto che questo grido di gioia potesse risuonare nelle strade e nelle piazze delle nostre comunità, nel sorriso dei nostri ragazzi e  giovani e sul volto dei nostri anziani.

            Risuona comunque sulle piazze virtuali, anche questa di Logos, per dare coraggio e infondere speranza a una umanità che è ancora immersa nel tunnel della pandemia.

            Si invoca la salvezza dai vaccini, si chiede di fare presto, ma la vita ha i suoi tempi.

            E per quanto i vaccini possono essere utili ed efficaci non ci vaccineranno mai definitivamente dal male e dalla sofferenza.

            Solo la Pasqua di Cristo, la sua Croce e la Risurrezione, ci vengono date oggi e sempre, non in maniera virtuale ma reale, come unico antidoto al male antico del peccato, dell’egoismo, della superbia e dell’indifferenza.

            L’Alleluia pasquale è l’unica speranza che dalla pandemia possiamo uscirne migliori, purificati e risorti.

            La politica è impotente e incapace di fare scelte di vera solidarietà, che offrano a tutti, ai ragazzi e ai giovani in età scolare, agli anziani, alle famiglie, in special modo a chi ha perso il lavoro, alle attività che sono rimaste chiuse, alle aziende costrette a chiudere, ai poveri del mondo esclusi dal vaccino, i necessari ristori, gli adeguati sostegni, prospettive di ripresa, speranza di futuro. La politica naviga a vista.

            Si sono fermate tante attività ma non l’industria delle armi. E’ uno scandalo.

            Ultimo ma imprescindibile baluardo in difesa dell’umano e della pace è la fede, le fedi monoteiste che hanno avuto origine a Ur dei Caldei, patria di Abramo, Padre comune a Ebrei, Cristiani e Musulmani.

            Il recente viaggio di papa Francesco in Iraq è stato un’esperienza pasquale: si è fatto carico della sofferenza di un popolo, ha annunciato la speranza della pace e della risurrezione.

            “Questo nostro incontro dimostra che il terrorismo e la morte non hanno mai l’ultima parola. L’ultima parola appartiene a Dio e al suo Figlio, vincitore del peccato e della morte. Anche in mezzo alle devastazioni del terrorismo e della guerra, possiamo vedere, con gli occhi della fede, il trionfo  della vita sulla morte” (Francesco alla comunità di Qaraqosh, 7/3/2021).

            Se siamo tutti fratelli perché tutti creati da Dio, lo siamo ancora di più perché per tutti Cristo ha donato la sua vita sulla croce.

            Se siamo tutti fratelli perché abitiamo la stessa casa comune, lo siamo ancora di più perché tutti abbiamo bisogno di sostentamento, tutti mangiamo lo stesso pane e ognuno deve aver cura del Creato.

            Se siamo tutti fratelli siamo anche tutti responsabili gli uni della salvezza degli altri, così come Cristo è stato ed è responsabile della salvezza di ogni uomo e di ogni donna della storia.

            Mentre celebriamo per la seconda volta la Pasqua in restrizione, chiusi nelle nostre case, nel rispetto di regole che promettono una qualche possibile soluzione o attanagliati dalla paura, non manca chi terrà viva la speranza al capezzale dei malati, a difesa della salute e della sicurezza dei cittadini. E chi, nella partecipazione in sicurezza alle celebrazioni liturgiche, farà risuonare per tutta l’umanità l’Alleluia, il canto della vita donata e ritrovata dopo la morte, non solo per sé ma per tutta l’umanità.

            Sì, Cristo è risorto, è veramente risorto e con lui risorge l’uomo, figlio di Dio e fratello di ogni uomo.

            Auguri a tutti e un augurio particolare al nostro Arcivescovo che, tra il venerdì santo e il giorno di Pasqua, ricorda il quinto anniversario della sua ordinazione episcopale e il compleanno.

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Filippo Lombardi

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