Alzarsi per risollevare il mondo

Dopo il messaggio del Papa per la Gmg 2021. Lunedì scorso è stato pubblicato il messaggio di Papa Francesco ai giovani in occasione della XXXVI Giornata mondiale della gioventù (Gmg), che sarà celebrata per la prima volta nella solennità di Cristo Re nelle Chiese particolari di tutto il mondo. «Vorrei ancora una volta prendervi per mano — scrive il Santo Padre — per proseguire insieme nel pellegrinaggio spirituale che ci conduce verso la Giornata mondiale della gioventù di Lisbona nel 2023».

Il pellegrinaggio intercontinentale delle Gmg, iniziato negli anni ’80, ha condotto migliaia di giovani in diverse parti del mondo in occasione delle sue edizioni internazionali; ma prevede anche delle tappe importantissime, ogni anno, nelle diverse Chiese locali. Si tratta di un percorso che il Papa compie insieme ai giovani, in dialogo con loro. Giovanni Paolo II , iniziatore delle Gmg, diceva che «la Chiesa ha tante cose da dire ai giovani, ma anche i giovani hanno tante cose da dire alla Chiesa» (Esort. ap. postsin. Christifideles laici, 46). Così, ogni anno, il successore di Pietro “risponde” attraverso un apposito messaggio alle tante voci di giovani che gli arrivano attraverso i numerosi canali della pastorale giovanile — tra cui il nostro Dicastero, competente in questo campo.

Papa Francesco, contestualizzando il suo “discorso”, sottolinea quanto sia provvidenziale, in questi tempi di pandemia, il verbo “alzarsi” — presente nei temi dei tre messaggi che tracciano il percorso da Panama a Lisbona. L’umanità ha bisogno di rialzarsi, e potrà farlo solo con il contributo dei giovani: «Quando un giovane cade, in un certo senso cade l’umanità. Ma è anche vero che quando un giovane si rialza, è come se si risollevasse il mondo intero […]. Non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani. Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione».

Il tema del messaggio è tratto dagli Atti degli Apostoli, quando Paolo, in prigione, testimonia davanti al re Agrippa la sua esperienza con Cristo. L’incontro con il Signore, luce «più splendente del sole», e con il Suo amore incondizionato, trasforma Paolo da «persecutore giustiziere» in «discepolo testimone». Questa esperienza di Paolo è sempre mediata dalla Chiesa, poiché passa attraverso l’incontro con la comunità cristiana, con la quale Gesù si identifica.

Anche oggi, Cristo pone ai giovani domande stringenti, come quelle che ha rivolto a Paolo: «Fino a quando fuggirai da me? Perché non senti che ti sto chiamando? Sto aspettando il tuo ritorno» — si legge nel Messaggio. E il Santo Padre ricorda ai giovani che anche il profeta Geremia volle allontanarsi dal Signore dicendo: «Non penserò più a lui» (Ger 20, 9). Ma nel nostro cuore arde un fuoco più forte di noi, che non possiamo contenere.

Proprio di fuoco ha parlato una giovane americana, che poche ore dopo la pubblicazione del messaggio, ha scritto sulle reti sociali: «Ragazzi, il mio cuore è in fiamme! Avevo bisogno che Papa Francesco ci ricordasse dolcemente queste cose! L’amore di Dio utilizza le nostre fragilità, i nostri doni e talenti, confida nella nostra forza, nel nostro coraggio e nei nostri cuori giovani».

Attraverso testimonianze come questa, capiamo che le parole del Santo Padre, semplici e dirette, riescono a toccare i giovani nel profondo: «Non esiste persona che per Dio sia irrecuperabile. Attraverso l’incontro personale con Lui è sempre possibile ricominciare. Nessun giovane è fuori della portata della grazia e della misericordia di Dio. Per nessuno si può dire: è troppo lontano… è troppo tardi…», leggiamo sempre nel messaggio.

Come l’apostolo delle nazioni, ogni giovane è invitato a non temere i propri limiti e fragilità, giacché è necessario scoprirsi piccolo per diventare grande, riconoscersi cieco per cominciare a vedere. Non abbiamo bisogno di maschere! «Cristo, luce meridiana, viene a illuminarci e a restituirci la nostra autenticità, liberandoci da ogni maschera. Ci mostra con nitidezza quello che siamo, perché ci ama così come siamo», ricorda Francesco.

La cultura delle fake news, così diffusa nel nostro tempo, può essere molto insidiosa per i giovani, che invece aspirano alla verità, sognano l’autenticità e la coerenza. Purtroppo molti, «forse spinti dalle proprie convinzioni politiche o religiose, finiscono per diventare strumenti di violenza e distruzione nella vita di molti!»; e la “rete” può diventare un campo di battaglia sul quale demolire i propri avversari. Ma proprio come trasformò la vita di Paolo, la luce di Cristo può irrompere nella vita di ogni giovane. Cristo non annulla la nostra personalità, le nostre passioni, ma le mette a frutto per renderci suoi discepoli e testimoni. Perciò Papa Francesco ricorda l’invito di Gesù a ogni giovane: «Alzati! Non puoi rimanere a terra a “piangerti addosso”, c’è una missione che ti attende! […] Alzati e testimonia la tua esperienza di cieco che ha incontrato la luce, ha visto il bene e la bellezza di Dio in sé stesso, negli altri e nella comunione della Chiesa che vince ogni solitudine». Poi, con sette “appelli”, il Papa esorta i giovani ad alzarsi e impegnarsi concretamente nell’evangelizzazione dei loro coetanei, a coltivare relazioni sane, a difendere la giustizia sociale e l’ecologia integrale, a proclamare la liberazione dei cuori oppressi, a diffondere la gioia del Cristo vivo.

Ribadendo la fiducia che il Signore, la Chiesa e lui stesso ripongono nei giovani, Papa Francesco ricorda l’appuntamento del 21 novembre prossimo, quando nelle diocesi ed eparchie di tutto il mondo si celebrerà — a livello locale — la Giornata mondiale della gioventù 2021.

«L’invito del Papa ad essere pellegrini e non turisti della fede è proprio bello e profetico — ha commentato la giovane che abbiamo già citato —, quanta differenza quando diventiamo pellegrini e ci riconosciamo cittadini del mondo! Amici, prepariamoci alla Gmg tenendo nel cuore tutti i nostri fratelli e sorelle sparsi per il mondo. Noi, come giovani pellegrini, possiamo “diventare i profeti di un futuro nuovo e pieno di speranza!”. Grazie Papa Francesco!».

Di JOÃO CHAGAS, Responsabile dell’Ufficio giovani del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Redazione

Latest videos