Continueremo a difendere il nostro “piccolo orticello”

Pubblichiamo il documento approntato, nuovamente, dagli studenti dell’I.I.S. Pitagora di Montalbano Jonico.

Il giorno 16/01/2024, noi studenti dell’I.I.S. Pitagora di Montalbano Jonico siamo partiti alla volta della città di Potenza, sede degli uffici della Regione Basilicata, colmi di quei sentimenti di “amarezza, indignazione e rabbia”, già espressi nella nostra precedente lettera, ma, soprattutto, colmi della speranza più pura e ottimista, tipica dei ragazzi della nostra età, e colmi di fiducia nel mondo, nella società, negli uomini, nelle istituzioni, nella politica.

Fiducia che, dopo aver partecipato all’incontro tenutosi la stessa mattina, presso la sede della Regione Basilicata, tra una delegazione composta da studenti, docenti, rappresentanti del personale A.T.A. e dei sindacati, accompagnati dai sindaci di Montalbano Jonico e di Tursi, e alcuni funzionari della Regione, è svanita, lasciando posto ai sentimenti di grandissimo disappunto e di diffusa diffidenza nei confronti delle “nostre” istituzioni, dalle quali non ci sentiamo rappresentati

I rappresentanti della Regione che ci hanno ricevuto, delegati del presidente Bardi che, ignorando il nostro invito, non si è degnato di partecipare al tavolo, ci hanno trattato con grave insolenza e sono stati manchevoli delle qualità elementari, ma mai scontate, del rispetto, della serietà, dell’onestà e della trasparenza, che dovrebbero contraddistinguere gli uomini di politica, interrompendo i nostri rappresentanti più e più volte, nonché intimidendo i nostri compagni ed esercitando una continua e subdola pressione su chi di loro prendesse la parola. Pressione che, a quanto pare, i funzionari stessi non sono riusciti a reggere, dimostrando impazienza, assumendo atteggiamenti ostili, adirandosi e rimanendo in silenzio dopo essere stati più volte incalzati dai nostri rappresentanti che, ponendoli davanti alla consapevolezza generale che la delibera del 5/01/2024 è stata una mera e meschina, nonché arrogantemente sbandierata, manovra politica, hanno chiesto risposte e chiarimenti aggirati e non forniti. Al danno subito si è, subito dopo, aggiunta la beffa arrecataci dall’emanazione di una delibera dello stesso 16/01/24 che correggeva alcuni “errori materiali” commessi relativamente al dimensionamento scolastico di altri due istituti, dimostrando, quindi, a tutta la comunità, scolastica e cittadina, che, essendo possibile tornare indietro e correggere gli errori commessi, la volontà espressa dalla nostra Regione è di colpire la nostra comunità distruggendo la nostra scuola. E la scuola non si tocca.

In passato, fin dai tempi degli antichi greci, la politica era considerata una missione, e l’onestà e l’impegno attivo dei valori da perseguire. Ormai, la politica è una presenza tanto piatta e atona quanto gravosamente incombente, e sempre meno giovani si interessano a quella che noi consideriamo un’arte. Essere un politico dovrebbe significare pensare al bene comune, e non alla tutela della propria poltrona. Non abbiamo più fiducia nella politica, specialmente dopo aver assistito all’ultimo incontro, e, pronunciato dalle nuove generazioni, questo asserto dovrebbe spaventare.

La politica che taglia sulle scuole taglia, di conseguenza, sull’educazione, sulla cultura e sulla formazione, tutti pilastri di quella che noi giovani desideriamo sia la nostra società futura, e sui quali si dovrebbe investire, non certo risparmiare.

Gli ideali che muovono noi studenti nella difesa della nostra scuola, della nostra comunità e del nostro territorio sono racchiusi all’interno di questa bellissima frase, dalla quale ogni politico dovrebbe trarre ispirazione: “Vale la pena lottare solo per le cose senza le quali non varrebbe la pena vivere”. Noi crediamo che la scuola sia una di queste, e non ci arrenderemo. Continueremo a lottare per difendere quello che, senza alcuna motivazione e contrariamente alla lapalissiana realtà dei fatti, è stato definito un “piccolo orticello”, di minore importanza rispetto alle “grandi praterie” presenti sul territorio. Ma a noi non risulta che in Basilicata siano presenti praterie; siamo però consapevoli che la nostra meravigliosa e malinconica regione è ricca di fiumi, fiumi che si snodano tra i paesaggi più impervi e resistono ai periodi di siccità, riuscendo sempre, infine, a raggiungere il proprio sbocco sul mare. E noi vogliamo essere fiumi dinamici, e non immobili praterie.

Ai politici chiediamo: insegnateci a lottare, non a rassegnarci all’ingiustizia.

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Redazione

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