Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio (cfr. At 12,5)

Per vivo desiderio del Santo Padre, il mese di maggio sarà dedicato ad una “maratona” di preghiera per invocare la fine della pandemia, che affligge il mondo da ormai più di un anno e per la ripresa delle attività sociali e lavorative. Papa Francesco ha voluto coinvolgere tutti i Santuari del mondo in questa iniziativa, perché si rendano strumenti per una preghiera di tutta la Chiesa. Ogni Santuario del mondo è invitato a pregare nel modo e nella lingua in cui consuetamente la tradizione locale si esprime, per invocare la ripresa della vita sociale, del lavoro e delle tante attività umane rimaste sospese durante la pandemia.

Si legge così nel comunicato Stampa emesso dal  Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e di seguito si elencano i Santuari nelle varie parti del mondo da cui ogni giorno si pregherà: Nostra Signora di Walsingham in Inghilterra; Jesus the Saviour and Mother Mary in Nigeria; Madonna di Częstochowa in Polonia; Basilica dell’Annunciazione a Nazareth; Beata Vergine del Rosario in Corea del Sud; Nostra Signora Aparecida in Brasile; Our Lady of Peace and Good Voyage nelle Filippine; Nostra Signora di Lujan in Argentina; Santa Casa di Loreto in Italia; Nostra Signora di Knock in Irlanda; Vergine dei Poveri a Banneux in Belgio; Notre Dame d’Afrique in Algeria; Beata Vergine del Rosario di Fatima in Portogallo; Nostra Signora della Salute in India; Madonna Regina della Pace a Medjugorje in Bosnia; St. Mary’s Cathedral in Australia; Immacolate Conception negli Stati Uniti; Nostra Signora di Lourdes in Francia; Meryem Ana in Turchia; Nuestra Señora de la Caridad del Cobre a Cuba; Madonna di Nagasaki in Giappone; Nuestra Señora de Montserrat in Spagna; Notre Dame du Cap in Canada; Santuario Nazionale Madonna Ta’ Pinu a Malta; Nuestra Señora de Guadalupe in Messico; Madre di Dio a Zarvantysia in Ucraina; Madonna Nera di Altötting in Germania; Nostra Signora del Libano; Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei in Italia.

Il primo Maggio, lo stesso Pontefice ha dato il via a questa intensa maratona dello spirito pregando dinanzi all’icona della Vergine del Soccorso in Vaticano che riveste un intenso significato poiché quando nel 2013, durante l’Anno della Fede, l’icona fu sottoposta ad un restauro furono incise le parole SVCCVRRE NOS e FRANCISCVS PP. A. I., affidando così il Papa alla Madre del Soccorso.

Due aspetti colpiscono la bellezza e l’importanza di una tale iniziativa: l’aver scelto dei luoghi così lontani e diversi ci dona la certezza che, per effetto del fuso orario, ci siano sempre delle braccia elevate verso il cielo per intercedere; la diversità delle lingue, poi, ci riporta all’esperienza della Pentecoste, quando, chiusi nel Cenacolo per timore, i discepoli spinti fuori dalla potenza inarrestabile dello Spirito spalancano le porte chiuse dei loro cuori e corrono ad annunciare Cristo in tutte le lingue che lo Spirito, ovvero l’Amore, dona loro la capacità di esprimersi (cfr. At 2,1-11).

Nella Benedizione Solenne, al termine della messa nel giorno di Natale, il presbitero pronuncia queste parole: Dio, che nel suo Figlio fatto uomo ha congiunto la terra al cielo, vi riempia della sua pace e del suo amore.

La preghiera dell’intera famiglia umana continua, nel tempo e nello spazio, a tenere unita la terra al cielo, a congiungerla affinché la supplica, l’intercessione, l’insistenza del chiedere siano portate sull’altare del cielo, davanti al trono della sua gloria. Santa Teresa del Bambino Gesù, conosciuta come la piccola Teresa, amava dire che la preghiera è un semplice sguardo lanciato verso il cielo! Il libro dell’Esodo ci ricorda ancora di come Mosè, durante la prova delle battaglie, salisse sul monte a pregare con le braccia alzate e, quando si stancava, Aronne e Cur lo sostenevano tenendogli le mani. Una immagine di profonda spiritualità questa nella quale è compresa tutta la forza della preghiera fatta insieme, col sostegno reciproco e anche la fede, la fiducia nell’essere esauditi.

Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto … è Gesù che ce lo ricorda e ci fa comprendere l’importanza della richiesta che si fa insistente nel momento della prova. E quando la comunità cristiana prega con Maria ha la certezza di farlo con la semplicità e la sincerità, proprio come fanno i piccoli che perdono il loro sguardo in quello materno. È la fede schietta delle nostre mamme e nonne, la fede capace di smuovere le montagne perché piega le ginocchia del cuore.

In fondo, la preghiera del Rosario, che oggi sembra essere a volte ripetitiva e noiosa alle nuove generazioni, nasce proprio per dare la possibilità alla gente semplice ed analfabeta di poter pregare. E così, mentre i monaci pregavano con le parole dei 150 Salmi, la gente pregava con le 150 Ave Maria! Qualcuno nell’apprendere questa proposta di papa Francesco per il mese di maggio ha parlato di un “mercanteggiare” con Dio. Non certo per suscitare polemica, ma vale la pena ricordare che il termine è riconducibile a qualcosa che si ottiene dietro pagamento in denaro o comunque non privo di interesse, di opportunismo. L’uomo moderno occidentale, soprattutto, è ormai entrato nel pensiero razionale spicciolo e ad ogni costo. Si è quasi incapaci di scorgere la gratuità, affannati a motivare sempre tutto secondo una logica faccendiera e materialista; molti sono coloro che anche nella preghiera fatta di silenzi, o di parole semplici, o di mormorii e sussulti del cuore sono incapaci di leggere il grido dell’uomo verso Dio. La preghiera dell’umile penetra le nubi, finché non sia arrivata, non si contenta; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto, rendendo soddisfazione ai giusti e ristabilendo l’equità (Sir 35,17). L’uomo guarda all’apparenza, ma il Signore guarda alcuore(I Samuele 16, 7).

È il Padre che conosce il nostro cuore, è Lui che scruta le azioni dell’uomo, è ancora Lui che legge le angosce, gli scoraggiamenti, la disperazione, gli affanni e se anche l’uomo moderno dovesse pregare solo per interesse, solo ed esclusivamente per ottenere qualcosa in cambio, Dio non sarebbe forse in grado di accoglierlo ed esaudirlo? La fede, ci ricorda san Tommaso, presuppone la ragione ma guai a ridurla a puro ed esclusiva ratio! Un uomo solo, il 27 marzo 2020 in Piazza san Pietro sotto la pioggia, ha ricordato a tutti ma proprio a tutti che bisogna osare, chiedere, insistere incessantemente nel bussare alla porta del cuore di Dio. Un altro grande uomo esattamente 40 anni fa veniva colpito in un brutto attentato nella stessa piazza e non esitò ad affermare che la Madonna di Fatima aveva deviato il proiettile affinché non fosse mortale. Egli ora ci guarda dall’alto, mentre Francesco conduce l’affannata ed affollata barca della Famiglia Umana. E ancora una volta… cielo e terra si congiungono in una preghiera incessante perché il Signore ci liberi dalla pandemia del covid e da quella dell’indifferenza! Maria Salus Infirmorum, ora pro nobis!

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Maria Pina Rizzi

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