Gli interventi di Mario Draghi e di papa Francesco agli Stati Generali della Natalità

Secondo il Presidente del consiglio e il papa, per favorire la vita sono necessarie sicurezza, stabilità e una solidarietà strutturale

«Le ragioni per la scarsa natalità» ha spiegato Draghi, «sono in parte economiche. Esiste infatti una relazione diretta tra il numero delle nascite e la crescita economica. Tuttavia, anche nelle società che crescono più della nostra, la natalità è in calo. Questo indica come il problema sia più profondo ed abbia a che fare con la mancanza di sicurezza e stabilità. Per decidere di avere figli, ho detto spesso che i giovani hanno bisogno di tre cose: di un lavoro certo, una casa e un sistema di welfare e servizi per l’infanzia».

L’introduzione dell’assegno unico, per cui tanto si è battuto il Forum delle associazioni familiari, sarà uno strumento che consentirà di guardare con più fiducia al futuro alle famiglie con figli. Per le quali l’assegno potrà rappresentare una quota importante del proprio reddito, in alcuni casi circa il 60 per cento in più. Il governo ha previsto, inoltre, misure che consentiranno alle giovani coppie di acquistare più facilmente una casa e incentivi per contrastare la disoccupazione giovanile e la precarietà. Il Governo, ha assicurato Draghi, è impegnato perchè i giovani possano recuperare fiducia e, così, tornare a credere nel loro futuro.

Anche papa Francesco, presente all’evento, ha voluto focalizzare il suo intervento sulla ripartenza «in vista di un’auspicata primavera che ci risollevi dall’inverno demografico» e, ha detto il papa, «un figlio è il dono più grande per tutti e viene prima di tutto. A un figlio, a ogni figlio si lega questa parola: prima. Come un figlio viene atteso e viene amato prima che venga alla luce, così dobbiamo mettere prima i figli se vogliamo rivedere la luce dopo il lungo inverno».

«Ci dev’essere il coraggio di scegliere che cosa viene prima» ha proseguito Francesco, «perché lì si legherà il cuore. Il coraggio di scegliere la vita è creativo, perché non accumula o moltiplica quello che già esiste, ma si apre alla novità, alle sorprese: ogni vita umana è la vera novità, che non conosce un prima e un dopo nella storia. Noi tutti abbiamo ricevuto questo dono irripetibile e i talenti che abbiamo servono a tramandare, di generazione in generazione, il primo dono di Dio, il dono della vita».

Per questo, ha detto il papa, «non possiamo seguire modelli miopi di crescita, come se per preparare il domani servisse solo qualche frettoloso aggiustamento». È necessario favorire per prima cosa la vita, le nascite.

Concludendo il suo intervento, Francesco ha richiamato tutti alla responsabilità: «per i giovani è essenziale venire a contatto con modelli alti, che formino i cuori oltre che le menti». L’ideale della vita non è il successo, l’apparenza, il potere economico, ma «potersi specchiare un giorno negli occhi dei propri figli».

Anche la politica deve fare la sua parte perché si possano trovare soluzioni concrete. Per il papa, «la solidarietà spontanea e generosa di molti ha permesso a tante famiglie, in questo periodo duro, di andare avanti e di far fronte alla crescente povertà. Tuttavia non si può restare nell’ambito dell’emergenza e del provvisorio, è necessario dare stabilità alle strutture di sostegno alle famiglie e di aiuto alle nascite». È necessaria una “solidarietà strutturale” che sappia promuovere coraggiosamente la natalità.


L’intervento integrale di papa Francesco

L’intervento integrale del Presidente del Consiglio Mario Draghi

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Paolo Tritto

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