La musica sacra è Liturgia

La musica sacra sarà tanto più santa quanto più strettamente sarà unita all'azione liturgica, sia dando alla preghiera un'espressione più soave e favorendo l'unanimità, sia arricchendo di maggiore solennità i riti sacri (dalla costituzione Sacrosanctum Concilium sulla sacra liturgia n.112)

Una vita per la musica, in particolare per la musica sacra, è quella che può raccontare Don Antonio Parisi, già docente di Conservatorio, autore di oltre 250 canti liturgici, maestro di cappella della Cattedrale di Bari, per anni collaboratore dell’Ufficio liturgico nazionale.

A Matera ha tenuto una lezione magistrale dal titolo “Il coro cuore dell’Assemblea” sul significato del canto nella vita della Chiesa.

Nell’Auditorium della Casa di spiritualità Sant’Anna sono stati ad ascoltarlo un centinaio di cantori giunti in un torrido pomeriggio d’estate dai 13 comuni e dalle 56 parrocchie del territorio della Diocesi di Matera-Irsina.

In previsione del Congresso Eucaristico Nazionale che si svolgerà a Matera dal 22 al 25 settembre sul tema “Torniamo al gusto del pane, per una chiesa eucaristica e sinodale” il Vescovo Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo aveva proposto la formazione di un unico coro diocesano a servizio della chiesa locale.

Al centro dell’incontro formativo, organizzato dall’Ufficio liturgico diocesano, una sola domanda:

Che valore ha un canto liturgico all’interno di una celebrazione?”.

C’è stata una lenta evoluzione nel corso degli anni: Pio X definiva la musica “humilis ancilla”, Pio XI “nobilis ancilla”, Pio XII “liturgiae quasi ministra”, per la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium, promulgata il 4 dicembre 1963, la musica svolge un compito ministeriale nella celebrazione.

In una omelia del 1972 Papa Paolo VI diceva: Nel canto si forma la comunità favorendo la fusione delle voci e quella dei cori, eliminando le differenze di età di origine di condizione sociale, riunendo tutti in un solo anelito nella lode a Dio.

Ma come fa il canto a trasformarsi in preghiera?

Cosa deve accadere perché diventi una esperienza di bellezza da cui non ci si voglia staccare? E’ questa una delle domande che abbiamo posto a Don Antonio nell‘intervista che apre questo articolo.

Quando è inserito nella liturgia il canto non è più soltanto canto, ma diventa segno e simbolo liturgico. Diventa rito e quindi non un oggetto qualsiasi, affidato al gusto personale. “E’ la liturgia che comanda“.

Il canto liturgico ha un carattere spirituale, nel senso che da voce allo Spirito.

ll canto diventa una finestra che si apre e ci porta al di là, ci porta nel Mistero, ci introduce nella stanza del Mistero“.

La registrazione integrale dell’incontro è disponibile a questo link: https://youtu.be/MgrJFIjkkac

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Erasmo Bitetti

Latest videos