Mese missionario. Diversi i momenti di preghiera in Diocesi

Un ricco triduo di preghiera per le missioni quest’anno in Diocesi: tre momenti di preghiera, uno per zona pastorale, di cui l’ultimo in Cattedrale, presieduto dal nostro Arcivescovo. Nell’occasione hanno ricevuto il mandato missionario per le mani del nostro pastore i nuovi religiosi giunti nella nostra Chiesa materana e ad alcuni rappresentanti delle diverse realtà impegnate nell’evangelizzazione. Nella stessa sera hanno offerto la loro testimonianza alcuni religiosi della Comunità Missionaria di Villaregia. Ha ispirato tutti i momenti di preghiera l’episodio dei discepoli di Emmaus, a cui si rifà il messaggio del Papa per questo mese missionario dal titolo “Cuori ardenti, piedi in cammino”.

Chiesa Madre di Ferrandina, Parrocchia “Mater Ecclesiae” di Bernalda e Cattedrale di Matera: cuori ardenti, occhi aperti, piedi in cammino. Questo l’itinerario del triduo diocesano di preghiera per le missioni.

Ferrandina, S. Maria della Croce, 3 ottobre: “Cuori ardenti”

“Cuori ardenti” il tema del primo momento di preghiera. Il riferimento è stato, come anche per i momenti successivi, al messaggio di papa Francesco per la 97^ Giornata Missionaria Mondiale dal titolo “Cuori ardenti, piedi in cammino” celebrata domenica scorsa, 22 ottobre, che ci ripropone come paradigma per i discepoli missionari nel mondo d’oggi l’episodio dei discepoli di Emmaus (“Non ardeva forse il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via?”, Lc 24, 32).

Per l’occasione sono giunte a Ferrandina da S. Fele (PZ) le reliquie di S. Giustino de Jacobis, sacerdote lazzarista (cioè della congregazione missionaria di S. Vincenzo de’ Paoli), “padre della Chiesa d’Etiopia”, dal luogo dove ha esercitato il suo apostolato, prima di morire di stenti a 60 anni nel 1860 in Eritrea, e protettore dei lucani nel mondo. Una figura “troppo poco conosciuta” furono le parole di S. Paolo VI – vere, purtroppo, anche per noi lucani, suoi conterranei – in occasione della sua canonizzazione durante il giubileo del 1975.

Ha portato le reliquie e fatto conoscere questo missionario il parroco di S. Fele, nonché Direttore dell’Ufficio Missionario della Diocesi di Melfi, don Michele del Cogliano, appassionato conoscitore della figura di S. Giustino.

Le preghiere corali, il segno del mappamondo contornato da cinque lumini, la lettura di alcuni passi del messaggio del papa per la Giornata Missionaria di quest’anno e dell’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus, la presenza di alcuni sacerdoti della “Zona Collina”… tutti begli elementi, ma molto efficace è stato il gesto di attingere dal cero pasquale la luce per accendere un lumino, da portare a casa, per ricordare anche a noi che è necessario ardere per portare la luce di Cristo del mondo e che da Cristo risorto, rappresentato dal simbolo del cero, e dalla fede in Lui, dobbiamo attingere la nostra luce.

Bernalda, Mater Ecclesiae, 10 ottobre: “Occhi aperti”

Seconda tappa per i discepoli di Emmaus furono gli occhi che si aprirono loro davanti allo sconosciuto viandante che seduto a tavola con loro spezza il pane. Ecco il tema “Occhi aperti” del secondo momento di questo triduo di preghiera diocesano presso la Parrocchia bernaldese “Mater Ecclesiae”, piena di popolo, di cui una buona rappresentanza – mai scontata – di giovani e religiosi, con tutti sacerdoti della “Zona Mare”.

Molto bello il momento della testimonianza offerta da Vitale Mattera e Angelina Sabatella: il profondo desiderio di una paternità e di una maternità realizzato attraverso l’adozione di un bambino e, poi, prendendosi cura di una moltitudine di figli “altrui” in Albania, luogo della loro missione.

I canti, una nutrita processione di ingresso con “il popolo in cammino” di tutti gli operatori ‘locali’ dell’evangelizzazione, la testimonianza a tratti commossa – e commovente – della famiglia che ha rinunciato alle certezze del “qui ed ora” e al comodo chiudersi in se stessa per farsi prossima a chi – senza nemmeno aspettarli – stava silenziosamente urlando la necessità della loro presenza in Albania, una nuova lunga processione di tutti i presenti alla veglia che si sono incamminati per attingere la fiamma al cero pasquale per accendere il lumino che avrebbero portato a casa come segno per ricordare la veglia… hanno reso questo momento di preghiera intenso e ben riuscito!

Matera, Cattedrale “Maria SS. della Bruna”, 18 ottobre: “Piedi in cammino… per la pace”

Dulcis in fundo, la veglia nella chiesa madre della nostra Chiesa locale: la bellissima cattedrale di Matera. Una veglia di preghiera per la pace, oltre che per la missione, in un frangente in cui la prima missione è quella di essere ambasciatori di pace. 150 fedeli, molti i religiosi, in preghiera all’unisono per quasi due ore, guidati dall’episodio dei discepoli di Emmaus e in particolare dall’immagine dei loro “Piedi in cammino” verso Gerusalemme una volta che Gesù sparisce dalla loro vista.

Originali le intenzioni di preghiera – oltre che per la pace tra Israele e Palestina e per i nuovi religiosi giunti quest’anno in diocesi e per gli evangelizzatori “autoctoni” – per ognuno dei cinque continenti: ognuna preceduta dalla deposizione, da parte di alcuni operatori ecclesiali impegnati nell’evangelizzazione, di due piedi colorati in cammino verso un grande mappamondo che campeggiava sotto il presbiterio.

Il padre brasiliano Ricardo Ribeiro e la religiosa friulana Emanuela Colussi della Comunità Missionaria di Villaregia hanno fatto la loro testimonianza riportata integralmente nel seguente audio.

Di seguito invece la riflessione dell’arcivescovo.

Una decina di nuovi religiosi e tanti evangelizzatori “autoctoni” nella nostra Chiesa locale

Sempre toccante il momento del mandato in cui una serie di religiosi ed operatori laici sono chiamati per nome e dal loro posto salgono sul presbiterio e poi ricevono la croce dall’Arcivescovo, gesto accompagnato dalle parole: “Ricevi questo segno della carità di Cristo e della nostra fede. Testimonia Cristo crocifisso, potenza di Dio e sapienza di Dio”.

Da una parte una maggiore presa di coscienza di essere degli “inviati”, dall’altra un momento di presentazione alla comunità ecclesiale diocesana dei nuovi religiosi giunti in Diocesi e di alcuni laici che annunciano Cristo nei vari ambiti della vita ecclesiale: tra i fanciulli e i ragazzi come catechisti, tra gli anziani e gli ammalati come ministri straordinari della comunione o volontari dell’UNITALSl, tra i poveri e i carcerati come volontari della Caritas o di qualche gruppo di “vincenziani” o come associati della neonata DISMA.

Un sandaletto per ricordare

Se nelle prime due veglie come segno del cuore ardente e della luce da portare nel mondo è stato consegnato un lumino, per l’ultima serata un gruppetto di volenterose volontarie ha realizzato dei piccoli bellissimi sandaletti portachiave (ne sono disponibili ancora! Chiedeteli, se li desiderate) lasciati in cambio di una piccola offerta (facoltativa) all’ingresso della Cattedrale: “I miei piedi in cammino dietro quelli di Gesù per annunciare il suo Vangelo” è il testo scritto su una piccola fustella che accompagnava il sandaletto.

“Cuori ardenti, piedi in cammino”: andate e annunciate!

Cosa ci rimane di queste tre veglie di preghiera (e di altri momenti simili che sono stati inoltre organizzati in alcune parrocchie)? Certo, un lumino o un sandaletto o un mappamondo possono riportarci con la mente ad uno o più momenti di preghiera vissuti in questo mese. Ma solo se la veglia ha risvegliato in noi la consapevolezza della comune chiamata profetica insita nel Battesimo si potrà dire che l’organizzazione di un triduo itinerante per la Diocesi, bello – a detta di molti – ma anche impegnativo, sarà stato un successo.

E non dimentichiamo lo slogan, efficace perché comunicativo e mnemonico come gli altri aforismi di papa Francesco, “Cuori ardenti, piedi in cammino”. Che ci ricorda l’urgenza di avere un cuore entusiasta, ed è possibile solo se facciamo memoria dell’esperienza dell’incontro con Cristo, avvenuto per esempio nelle Scritture o in qualche Eucaristia come per i due di Emmaus, e la validità – ancora oggi – della missio ad gentes e, per tutti, della necessità di spendersi mettendosi in cammino.

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Giuseppe Longo

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