Web e annuncio: un gap da colmare

Un libro di Antonio Interguglielmi che svela come tanto ancora ci sia da fare per migliorare la comunicazione nella Chiesa, partendo dall’omelia, fino al web e ai social, esplorando il mondo di radio, tv, cinema e teatro.

Un libro per capire, riflettere, confrontarsi. Apprendere e valutare: perché «il pregio di questo testo è di rivolgersi non solo a chi si occupa di comunicazione ma a tutti coloro che hanno nella Chiesa di portare la buona notizia del Vangelo», scrive il cardinale di Bologna Matteo Zuppi, nella prefazione. Le pagine di Antonio Interguglielmi, Vi porto una Buona Notizia. Inchiesta sul modo di comunicare nella Chiesa, dall’Omelia ai Social (tau editrice, gennaio 2021), si presentano come una ricerca sul modo con cui si comunica nella Chiesa, partendo dalla più elementare, l’omelia, fino al web e ai social, esplorando il mondo di radio, tv, cinema e teatro, realizzata con la collaborazione di giornalisti ed esperti che la comunicazione la costruiscono ogni giorno dal di dentro». Ecco perché sono apprezzabili, perché «ne risulta un’analisi libera da schemi precostituiti, che mette in luce carenze ma anche prospettive di sviluppo nel modo di comunicare nella Chiesa».

Interguglielmi, sacerdote della Diocesi di Roma, è stato per ben undici anni il cappellano della Rai. Direttamente o indirettamente si occupa quindi di comunicazione, conduce alcune rubriche radiofoniche, scrive articoli mensili sul tema e su alcune testate Web. Uno spirito e una mentalità costruttiva, quindi, contro la retorica, spesso superficiale e improduttiva, che verte sui rischi e sui danni prodotti dalla comunicazione digitale.

Qui, invece, si è dimostrato (con la ricerca sul campo), scrive don Antonio «quanto sia fondamentale, per la comunità ecclesiale, imparare a comunicare, catechizzare, evangelizzare i nuovi strumenti di comunicazione». A ben vedere, quindi, la distanza da coprire per impattare nel “nuovo mondo digitale” da credenti, scrive nelle conclusioni l’Autore, è ancora tanta: «il dato fondamentale emerso è quello che riguarda la necessità di colmare questo gap, che ha risvolti culturali e non soltanto tecnici, superando pregiudizi che vedono nel web un mondo da cui difendersi, ma invece affrontarlo con lo stile e la creatività del messaggio evangelico, portano nel cosiddetto ‘mondo virtuale’, un messaggio di Speranza e di Carità. Che ne ha un infinito bisogno!».

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Vittorio Sammarco

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