Radici e Germogli di Basilicata

Nell’ultimo anno la Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali (CRAL) ha lavorato, alacremente, per raccontare che all’utopia non va contrapposta la retropia ( neologismo con cui il Sociologo Bauman contestualizza la nostra recente attitudine a collocare nel tempo passato – e non più nel futuro – l’immaginazione di una società migliore).

I Laici associati di Basilicata hanno ben compreso che è avvertita la necessità di far maturare la consapevolezza che occorre cercare insieme il bene comune, valori comuni, un dialogo intenso e produttivo tra sensibilità diverse, presenti nella Chiesa, tra cui far crescere quella sana interazione che meglio di tutte rappresenta l’essere Chiesa, Chiesa unita nella diversità.

Con questi presupposti è nato il progetto “Radici e Germogli” di Basilicata, caratterizzato da una serie di incontri che si sono tenuti in quattro città dislocate in quattro diocesi differenti della Regione. Nei quattro incontri, divenuti espressione di un unico itinerario formativo, sono stati declinati i quattro termini associati al tema del lavoro approfonditi nel corso dell’ultima settima sociale dei cattolici italiani tenutasi a Cagliari: libertà, creatività, partecipazione e solidarietà.

Si è pensato di scegliere le quattro città maggiori di Basilicata (Potenza, Matera, Policoro, Melfi) non per sete di rappresentanza ma perché la città è, per definizione, il luogo della modernità e della tradizione, dell’innovazione e della sana consuetudine, la città è il luogo della dialettica sociale.

Non è né usuale, né scontato per le associazioni e i movimenti condividere spazi e costruire percorsi comunitari, cioè contesti comuni di significato, per riconoscersi, per “dare e ricevere ragioni di speranza”.
Ma la avvertita necessità di far maturare la consapevolezza che occorre cercare insieme il bene comune, valori comuni, un dialogo intenso e produttivo tra sensibilità diverse, presenti nella Chiesa, ci ha permesso di esperimentare lo stile sinodale; lo stile di chi decide innanzitutto di ascoltarsi per poi camminare insieme.

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Lindo Monaco

Redazione

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